Nella saggezza popolare italiana ci sono alcuni proverbi legati al rosso nelle sue varie sfumature e al mattone:
Proverbi legati al mattone:
Quando la neve è alta un mattone, il grano torna ad un testone. (Toscana)
Per Sant'Andrea (30 novembre) prepara il mattone. (occorre procurarsi un mattone da scaldare al fuoco e infilare tra le coperte per intiepidire il letto prima di coricarsi)
In ogni casa si trova qualche mattone rotto.
Proverbi legati al colore rosso:
Rosso di sera, buon tempo si spera; rosso di mattina, la pioggia si avvicina.
Se il grande fosse valente e il piccolo paziente e il rosso leale,ognun sarebbe eguale.
Tutto il rosso non son ciliege.
Tutto il rosso non è buono, e tutto il giallo non è cattivo.
Uomo rosso e cane lanuto, più tosto morto che conosciuto.
Il ciel ne guardi dalla tosse e da quei che ha il pelo rosso e dal verme di finocchio e da quei ch'hanno un solo occhio.
Rosso dal mal pelo, cento diavoli per cavelo. (Veneto)
Rosso e giallaccio pare bello ad ogni faccia, verde e turchino si deve essere più che bellino.
Sera rossa e nero mattino, rallegra il pellegrino. (Toscana)
Nella tradizione popolare il colore rosso porta fortuna ed è di buon auspicio.
Per esempio i confetti rossi per la laurea rappresentano un buon auspicio per la carriera.
Il conseguimento della laurea è un traguardo significativo poiché
conclude un periodo di intenso studio e di tanto impegno. I confetti
rossi per la laurea stanno ad indicare il prestigio del titolo
raggiunto. Benché esistano colori specifici per ogni facoltà, in realtà i
confetti rossi sono i preferiti per questa occasione. L’uso del rosso
per gli eventi importanti, infatti, ha origini molto antiche: i Romani
lo usavano di frequente, soprattutto se di origine di nobile, o quando
andavano a rivestire le più alte cariche di Roma. In seguito, sono stati
re ed imperatori a portare il rosso.
Altro esempio è il cornetto rosso napoletano ('o curniciello).
La convinzione che il cornetto rosso porti fortuna risale all’epoca
preistorica, quando l’uomo primitivo associava la potenza fisica degli
animali alla grandezza delle loro corna. Per secoli, insigni condottieri
(es. Alessandro Magno) si fecero raffigurare con questi ornamenti
sul capo, poiché le corna erano ritenute sia emblema di potere che di
appartenenza e discendenza divina.
La gente comune pertanto iniziò a
costruirsi piccoli amuleti a forma di corna o di unico corno.
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